PFAS, un decesso in più ogni tre giorni

PFAS, un decesso in più ogni tre giorni

Tra il 1985, anno in cui si presume sia iniziata la contaminazione delle acque, e il 2018, ultimo anno per cui sono disponibili dati specifici sulla mortalità, si sono registrati 51.621 decessi nella popolazione residente nell’area Rossa, a fronte dei 47.731 attesi. Il professor Annibale Biggeri, nello studio dell’Università di Padova, ha evidenziato un eccesso di 3.890 morti, pari a un decesso in più ogni tre giorni.

I PFAS, sostanze perfluoroalchiliche, sono al centro di una diffusa contaminazione ambientale, in quanto avvelenano da almeno quarant’anni le falde acquifere del Veneto occidentale. Questi composti chimici, impiegati per rendere i prodotti resistenti all’acqua e ai grassi, sono associati a vari rischi per la salute umana.

Lo studio condotto dall’Università di Padova ha rivelato un legame tra l’esposizione ai PFAS e la mortalità per cancro e malattie cardiovascolari tra il 1985 e il 2018. Le sostanze poli- e per-fluoroalchiliche, utilizzate in numerosi prodotti per le loro proprietà di resistenza al calore e all’acqua, sono state collegate a condizioni di salute avverse, tra cui la cancerogenicità nell’uomo, in particolare per il cancro del rene e il cancro ai testicoli.

Nel 2013 è stata identificata una vasta area contaminata da PFAS che include suolo, superficie e acqua potabile in tre province del Veneto, coinvolgendo circa 150.000 abitanti in 30 comuni (l’Area Rossa). In risposta, la Regione Veneto ha implementato vari interventi di contenimento, tra cui l’installazione di filtri per l’acqua potabile e l’avvio del Piano di Sorveglianza Sanitaria. Nel 2020, la Regione ha commissionato a Epidemiologia e Prevenzione, un ente sociale no-profit, la conduzione di studi epidemiologici sulla popolazione locale, con il coinvolgimento attivo dei cittadini.

Il gruppo di ricerca dell’Università di Padova, guidato dal professor Annibale Biggeri e in collaborazione con il Registro Tumori dell’Emilia-Romagna, il Servizio Statistico dell’Istituto Superiore di Sanità e il contributo di citizen science del gruppo Mamme NO PFAS, ha pubblicato uno studio su «Environmental Health» intitolato “All-cause, cardiovascular disease and cancer mortality in the population of a large Italian area contaminated by perfluoroalkyl and polyfluoroalkyl substances (1980–2018)”. Per la prima volta, i dati confermano un legame tra l’esposizione ai PFAS e la mortalità per malattie cardiovascolari, nonché una correlazione con il cancro del rene e il cancro ai testicoli nella popolazione dell’area contaminata in Veneto.

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